La scoperta di una "vita nuova", nata dal
"Vangelo", è una gioia grande.
Sr. Ornella condivide questa "grazia" con noi.
SR.
ORNELLA GARZETTI
("Missionarie dell’Immacolata",
Dicembre 2009)
"No muda no bida, no kanta pa Deus Pape, Aleluia, sukuta Jesus no pobri
orason, sukuta Jesus, no pobri orason!"... "Abbiamo cambiato vita,
abbiamo cantato per Dio Padre, ascolta Gesù la nostra povera
preghiera!"...
Oggi, come tutti i Mercoledì mattina, sono andata a Man,
una "tabanca" ("villaggio") dell'"etnia" "balanta
mane", nascosta nella foresta, a circa 10 km. da Bissorà.
È una piccola e ben animata "comunità", non ancora di
"battezzati", ma di un gruppo di persone che si stanno accostando al
"Vangelo". Bongo e Djon sono gli "animatori", due uomini di
buona volontà, molto sensibili. Il loro compito è di preparare l'incontro con
la "Missionaria" prima che inizi il raduno, di animare i canti,
leggere la "Parola di Dio" in lingua "criola". Inoltre
aiutano nella traduzione dal "criolo" al "balanta" per le
donne anziane che partecipano alla "catechesi" e non conoscono la
lingua "del mercato", e dal "balanta" al "criolo"
per me, quando fanno domande, o espongono la loro interpretazione della
"Parola" ascoltata. Stiamo leggendo insieme la "storia della
salvezza" e siamo al momento del passaggio attraverso il "Mar
Rosso". Mi piace molto andare in "tabanca". Ogni volta che
incontro le persone è sempre una grande gioia, ho tanto da imparare da loro.
Sono ancora in un periodo di osservazione e di conoscenza, ci vuole tempo e
pazienza per creare una buona relazione di fiducia e di apertura, forse... mi
servirà tutta la vita, o forse non mi basterà neppure! Oggi stavamo pregando
insieme, quando Bongo ha intonato questa canzone: "No muda no bida no kanta
pa Deus Pape, Aleluia!"... E dopo qualche minuto di silenzio, lui stesso mi
dice: «Quest'anno abbiamo fatto esperienza di questo "cambiamento".
Non abbiamo fatto nessuna "cerimonia di propiziazione" prima di
piantare il riso e le arachidi... eppure il Signore ci ha benedetti con
abbondanti piogge e con buoni frutti!». Ascolto con molta attenzione, so che mi
stanno raccontando cose piuttosto "riservate". Ognuno aggiunge
particolari… «I nostri "antenati" dovevano fare un
"sacrificio", cioè uccidere un animale e offrirlo in segno di
"propiziazione" a Dio, attraverso una "cerimonia" lunga un giorno
intero, nella "Baloba" ("luogo sacro", per i credenti della
"religione tradizionale"): con questo "sacrificio" si
"propiziavano" Dio, affinché li benedicesse e permettesse una buona
stagione "agricola". I nostri "antenati" erano molto
"religiosi", chiedevano sempre a Dio la sua "benedizione"
per tutto quello che facevano!». E poi, la domanda: «Ma se Gesù è morto per
noi, dando la sua vita per la nostra salvezza, di quale altro
"sacrificio" abbiamo bisogno?». Penso che sia una "grazia"
grande assistere alla gioia della scoperta di una "vita nuova" in
Gesù. Posso capire un poco di più l'Apostolo Paolo quando, raccontando delle
sue gioie e delle sue difficoltà nel fondare nuove "comunità",
diceva: "Mi siete cari come figli..., vorrei evitarvi ogni male!".
Sempre nella stessa "tabanca", altri commentano: «Non abbiamo il
"cimitero", come i bianchi: noi abbiamo la "tradizione" di
seppellire i nostri morti vicino a casa, li vogliamo vicini... A volte qualcuno
si rivolge al "defunto", chiedendogli di intervenire o di aiutare in
una situazione difficile!». E penso a quali possano essere i punti di
convergenza tra la "fede cristiana" e le "religioni tradizionali
africane", rispetto al "culto dei defunti",
all'"intercessione" dei "Santi" presso Dio e al legame che
esiste tra questo mondo e l'"aldilà". Un altro "animatore"
mi confida: «Ci sono cose che per noi è troppo difficile lasciare, per esempio
le "cerimonie" per il "tciur" (il "pianto", cioè
il "funerale")». Mi rendo conto di essere solo uno
"strumento" nelle mani di Dio, per questo chiedo al Signore, che mi ha
chiamata e inviata a questa "missione",
di accompagnarmi e di illuminarmi, perché possa annunciare con semplicità e
franchezza il "Vangelo" di Gesù Cristo. In questo periodo di
"acculturazione" e conoscenza della realtà, faccio molte domande alle
"Missionarie" con
più anni ed esperienza, e chiedo anche nella preghiera che il Signore mi apra
il "cammino"... In fondo è Lui che desidera arrivare al cuore di
queste persone, figli e figlie amati e preziosi ai suoi occhi!