«La "povertà"
ha amplificato l’"ecatombe"»
Il "Filosofo Salesiano", Don Maurice Elder Hyppolite:
«C’è un diffuso e radicato "malessere politico", che pesa sull’"isola"».
«È lì che va cercata la spiegazione delle nostre "disgrazie"».
Dal nostro inviato a Port-au-Prince, Claudio Monici
("Avvenire", 21/2/’10)
«La "povertà" non è il problema, c’è sempre stata. Ma
sicuramente è la "causa scatenante" della nostra
"ecatombe". Port-au-Prince si è sviluppata in maniera
"mostruosa", negli ultimi trenta anni. Nessuno ha mai pensato a un
"piano regolatore". Non sono state realizzate nuove strade. La gente
ha "edificato" ovunque c’era della terra libera e come ha potuto.
Senza "impianti fognari", senza "condutture" per l’"acqua
potabile", che non esiste. L’erogazione di "energia elettrica"
avveniva già solo per poche ore al giorno. Tutto questo è potuto accadere
grazie al diffuso e radicato "malessere politico" che pesa sull’isola.
Ad Haiti è sempre stato un perpetuo "ricominciare daccapo". Ed è qui
che va cercata la spiegazione di gran parte delle nostre
"disgrazie"».
Quando incontriamo il "Direttore" dell’"Istituto
Filosofico" "San Francesco di Sales" e della rivista di
"filosofia" "Moun", che in "creolo" si traduce in
«Persona umana», Don Maurice Elder Hyppolite si scusa per il fatto di
presentarsi vestito da "muratore" e mezzo impastato di cemento:
«Stiamo lavorando per ripristinare almeno le "latrine" dell’"Istituto",
che è stato gravemente lesionato dal "terremoto"».
«Noi "haitiani", siamo sempre stati in perdita di qualcosa,
soprattutto delle nostre stesse "risorse umane", e così ogni volta
bisogna "ricominciare" di nuovo – dice Don Maurice Elder Hyppolite
– . La gente da qui se ne è sempre andata via, e lo farà anche adesso dopo
il "sisma" del 12 Gennaio. Sono ondate di "risorse umane"
che partono per altri "Paesi" e che diventeranno i loro
"quadri". Sapete di quale "nazionalità" è uno dei massimi
"esperti mondiali" di "sismologia" e "costruzioni
anti-sismiche"? È un "haitiano", insegna all’"Università"
in Canada».
Come riassumerebbe i "malesseri" di quella che è stata la "Perla" delle "Antille"?
Cominciano con le "passioni individuali" che hanno reso imperfetta la "rivoluzione" contro la "schiavitù"; ricordiamoci che questo "Stato" è l’unico caso di "schiavi" che si sono liberati e che da zero hanno creato una "nazione", certo con la forza di vivere che veniva dall’Africa; poi sono maturate le rivalità del potere "politico" e di quello "economico". Sempre a scapito della persona. E poi ad ogni "Colpo di Stato", ad ogni "ciclone", ad ogni situazione "buia", c’è la gente che va via, "emigra", perché il nostro è un "Paese" piccolo.
L’"haitiano" vive profondamente la "lealtà" nei confronti della propria "fede", come un "impegno" che copre ogni momento della giornata, anche nel "lavoro".Ce lo spiega?
Le parole "suicidio", "ateismo" e "bestemmia", da noi non esistono. Non entrano nella nostra mente. È il vantaggio di una "cultura" che non ha "razionalizzato" troppo la realtà, ma che ha sempre mirato ad un rapporto molto "genuino" con l’altro. La nostra "cultura", pur avendo apparenza e struttura molto "occidentali", in realtà conserva il suo "sub-strato" "africano", "animistico" e anche "magico", pensiamo al "Vudù". Una "cultura popolare" che sa operare molto di più con l’"immaginazione" ed in particolare il "sentimento". Quella vita semplice che ci ha permesso di vivere tre secoli di "schiavitù", due di "indipendenza" e anni di "insicurezza". Siamo realtà che sa conservare e tramandare le proprie "radici".
Questo modo di essere "haitiani", anche se segnati dall’avere, come dice lei, perso tante "opportunità", potrà servire per riprendersi dal "terremoto"?
Me lo auguro. Ma se in tempi "normali" non si prendevano "decisioni", o si spendevano scelte "giudiziose", in momenti "eccezionali" i tempi delle scelte si faranno lunghi.