DAL CAMERUN

MISSIONE AMICIZIA     Le quindici "nonne" di Aissatou…     SEGUENTE

L’iniziativa di una donna per altre donne: questa la nostra "proposta" per l’"8 Marzo".
Aissatou, giovane camerunese,
affronta il nuovo "fenomeno" delle donne "anziane" e sole in Camerun.

FR. FABIO MUSSI, Missionario Laico del Pime in Camerun!

Aissatou, con un'anziana nonna camerunense...

Fr. FABIO MUSSI
("Missionari del Pime", Marzo 2009)

«Dada Inna è un’anziana signora africana che si ritrova, a 73 anni, sola e malata. Ha avuto due figli. Il primo era molto impegnato nella vita e nel lavoro e stava migliorando la propria situazione di giovane agricoltore quando una malattia se lo portò via. Dada Inna ne soffrì molto e si lamentava dicendo: "Sarebbe stato meglio che la morte si fosse presa il secondo figlio che è ‘ubriacone’ ed egoista". Il "secondogenito", infatti, vendette anche il pezzo di terra dove abitava la madre. Però, qualche mese dopo, anche lui morì in un incidente. Così la povera Dada Inna si ritrovò sola, senza più una famiglia che la sostenesse. E continua a piangere…
In questi anni, di storie come quella di "nonna Dada" ne abbiamo raccolte molte, perché è in atto una nuova, preoccupante "emergenza" che riguarda l’abbandono delle persone anziane, non più "autosufficienti", da parte delle famiglie africane. Questo fenomeno rischia di ampliarsi nei prossimi anni, in particolare nelle grosse città come
Maroua, "capoluogo" della regione dell’Estremo Nord del Camerun».
A offrirci questa "testimonianza" è
Kofache Aissatou Françoise, una giovane signora camerunese di 34 anni, mamma di Livio, tre anni, e moglie di Umberto Pecchio, responsabile del "settore pozzi" per la "Fondazione Betlemme" di Mouda, nell’Estremo Nord del Camerun. Da anni Aissatou è impegnata a promuovere diverse iniziative a favore delle persone meno "protette" della società africana e divide il proprio tempo tra i bambini poveri del quartiere e le donne, soprattutto quelle anziane e sole.
Con alle spalle una formazione che le permette di lavorare in ambito "sociale", Aissatou ha seguito "corsi specializzati" per avviare attività di "promozione femminile" nelle "zone rurali" del suo Paese. Prima di sposarsi, girava in moto nella Diocesi di Maroua per animare e sostenere le donne nel loro "impegno sociale" a favore di uno "sviluppo integrale" della persona. Questa sua sensibilità l’ha portata a guardare con attenzione chi è meno fortunato e a concentrarsi su due "categorie": i bambini, in età di "scuola materna", e le donne anziane e sole. Il suo impegno è stato recepito dalla "Fondazione Betlemme", che l’ha delegata a gestire un asilo e a seguire il "Progetto Va Mpi" (nella lingua dell’etnia "Kapsiki" significa "a sostegno della vita") che si occupa delle persone anziane e sole a Maroua.
La novità di questa "attività sociale" consiste nell’accompagnamento delle persone anziane e non "autosufficienti" che non hanno avuto figli, li hanno perduti o sono state abbandonate. Queste donne anziane, ormai impossibilitate a lavorare "autonomamente", rimangono senza alcun sostegno economico e morale: infatti non basta garantire loro un modesto sostegno economico perché, spesso, hanno bisogno di sentirsi ancora utili e amate da qualcuno.
Ed è proprio questo l’obiettivo di Aissatou e del "progetto": migliorare le condizioni di vita delle persone anziane rispondendo ai loro bisogni fondamentali, come quelli alimentari e sanitari, senza tralasciare il grande problema della "solitudine". Il "progetto" fornisce assistenza e accompagnamento con visite a domicilio, durante le quali si ascoltano le loro preoccupazioni, la loro paura del futuro e le si aiuta a recuperare un po’ di fiducia.
L’attività principale consiste, quindi, nel visitare le anziane una volta la settimana e nel provvedere alle loro necessità che riguardano la salute, l’alimentazione o la manutenzione della casa. Queste "nonne", infatti, vivono per lo più in abitazioni in "terra battuta" o costruite con materiali di recupero.
Si cerca, inoltre, di favorire la ripresa delle relazioni umane e sociali con il "vicinato" e con altre persone che si trovano in situazioni analoghe per stimolare nelle "nonne" il senso dell’appartenenza, mettendole contemporaneamente nella condizione di sentirsi utili.
Per sostenerle in questo cammino di recupero della loro "dignità", si propongono, inoltre, "attività manuali" adatte alle loro capacità e, soprattutto, da realizzare con le altre donne. Una volta al mese, chi è in grado di spostarsi, si ritrova a casa di Aissatou per fabbricare scope in paglia da rivendere al mercato, oppure per riempire sacchetti di arachidi tostate per un piccolo "commercio familiare". Lo scopo non è tanto il modesto guadagno che ne deriva, ma farle sentire ancora utili e inserite nella vita attiva. Pian piano queste attività ridanno fiducia alle anziane "nonne" e le portano ad affrontare con maggior serenità il futuro.
È così che Aissatou si è ritrovata con 15 "nonne", e suo figlio Livio con 15 "bisnonne"!
Non capita tutti i giorni…