MISSIONE SPERANZA

RIFLESSIONE

PRECEDENTE     Leggeri come falchi, per vivere meglio     SEGUENTE

Dalla montagna alla vita, con Mauro Corona, alpinista e scrittore...

MAURO CORONA, Alpinista e Scrittore
("Il Sole 24 Ore", 1/9/’10)

Nella mia vita ho avuto spesso a che fare con il vuoto, con le arrampicate, e lì è un bel guaio non essere "leggeri"! In montagna la "leggerezza" è farsi sostenere dalle correnti, come i falchi e le poiane, senza battere le ali, senza sprecare forze. Nella vita è lo stesso: quando si è leggeri, ogni corrente, ogni minima soddisfazione ci sosterrà in aria, ci terrà allegri.
Per raggiungere una leggerezza nei comportamenti e nell'umore, occorre ottenerla anche fisicamente. Bisogna essere
ascetici. Non prendersi troppo sul serio, essere leggeri nelle esigenze personali: non prendersela troppo quando qualcuno sbaglia una parola nei nostri confronti. Ricordando sempre che leggerezza nel comportamento non significa prendere la vita poco seriamente, o vivere con la testa tra le nuvole. Significa donarci, donare agli altri. Significa scrollarci di dosso la pesantezza, la serietà ed essere generosi, tolleranti, saper ridere e tentare di perdonare. Attribuire la pesantezza alla società moderna è un pretesto, mentre ogni individuo dovrebbe essere leggero nelle proprie vanità, nel proprio orgoglio, nelle proprie pretese. Per dire: facciamo un libro, crediamo che sia un capolavoro e vorremmo un premio. Invece bisognerebbe saper dire: «Ho fatto una cosa: se va, bene, altrimenti pazienza!». Essere leggeri non significa essere sciocchi, ma lasciar correre l'acqua sopra di sé, come le pietre nel torrente, senza opporsi, brontolare e "mugugnare" sempre. In amore essere leggeri significa evitare controllo, gelosie, egocentrismo e possesso. L'amore è donazione, è silenzio. E il silenzio è leggerezza!
Leggerezza è saper accettare anche la sfortuna, senza precipitare nel "tragicismo". Ma questo dipende dall'
educazione che si riceve: un bambino che cresce in una famiglia dove ogni problema diventa una tragedia, e dove si pretende sempre di più di ciò che si ha o si raggiunge, è inevitabile che presto vorrà andarsene o diventerà un adulto pesante, "greve". Quindi la leggerezza va insegnata sin da piccoli, anzi: dovrebbe essere insegnata nelle scuole! Ma anche da adulti si può imparare: basterebbe fermarsi e ragionare un po'! Dialogare con il prossimo, non ritenersi indispensabili o migliori degli altri. Leggerezza è vivere, agire, tentare. Leggerezza è fatica: sembra un paradosso, ma dopo un'arrampicata, dopo una corsa, perdendo qualche chilo, viene voglia di essere più allegri, viene appetito, si dorme meglio.
Leggerezza è sobrietà negli oggetti di cui ci circondiamo, anche nelle nostre case, che invece sono piene di orpelli, di marchingegni a motore... E noi stessi diventiamo oggetti, in funzione degli oggetti che dobbiamo controllare, guidare, riparare.
Leggerezza è generosità, tolleranza, disincanto. È sapersi trattenere dal suonare il "clacson", quando l'auto davanti a noi resta ferma qualche secondo, dopo che è scattato il verde. Non assecondare e cadere nella trappola della pesantezza. Fare qualcosa per gli altri, ma senza aspettarci gratitudine o riconoscenza, perché questi sono sentimenti che si sciolgono come neve al sole. E infine, saper riconoscere le cose belle che abbiamo a portata di mano. Per esempio: le montagne, qui a
Erto, sono bellissime! Ma molti personaggi della politica e dello spettacolo preferiscono andare a Cortina, o Courmayeur. Sono vittime della pesantezza della visibilità e dei luoghi comuni che fanno tendenza.
Impariamo ad essere leggeri: è fondamentale, per vivere meglio!