"MISSIONE BIRMANIA"

PROGETTO VISMARA: Ricostruzione Orfanatrofio colpito dal Terremoto
BEATIFICAZIONE: un Video, un aiuto! 26 Giugno 2011: P. VISMARA BEATO

P. Clemente Vismara: Il Santo dei bambini

P. Clemente Vismara (foto)
Lettera di P. Zanchi sulla Beatificazione di P. Vismara
BLESSED CLEMENT VISMARA: Video from the U.S.A
Causa di Beatificazione: Testimonianza di P. Rizieri Badiali

Intervista di P. Gheddo a P. Badiali -Audio

Ma noi la bellezza l'abbiamo dentro...

PADRE CLEMENTE VISMARA

RACCONTO:  PARTE I   PARTE II

Evangelizzare, cioè insegnare a lavorare - Birmania, Aprile 1939

PRECEDENTE     Padre Vismara è "Beato"!     SEGUENTE

Il 26 Giugno viene proclamato "Beato" Padre Clemente Vismara,
"Missionario" del "Pime" in Birmania (oggi Myanmar) per 65 anni,
morto nel 1988, a 91 anni.

A Milano, in Piazza Duomo, durante la Cerimonia di Beatificazione!

P. CLEMENTE VISMARA (1897-1988), Missionario del Pime in Birmania...

P. Clemente Vismara, con Don Serafino Morazzone e Sr. Enrica Alfieri: i tre nuovi Beati della Chiesa Ambrosiana!

A cura della Redazione
("Missionari del Pime", Giugno-Luglio 2011)

Chi era Padre Clemente Vismara? Lasciamo che si presenti da solo, con il "racconto" del suo "ingresso" nel 1920 al "Pime" di Milano...

Tornato a casa dopo quattro anni di Vita Militare – un bel giovanotto, agile e sempre scherzoso, capelli lucidi, e ben ravviati, coi "galloni" d’argento – mio Zio, con un risolino malizioso, mi domandò: «Clemente, vai ancora a Prete?». «Come no?», fu la risposta!
Alla Stazione di Verona, circondato da una cinquantina di Compagni, venuti a salutarmi, s’era parlato dello stesso argomento. «Che peccato che ti faccia Prete!», dicevano loro. «Ma sei matto a metterti su quella via, proprio tu!
Missionario, poi, è cosa da pazzi! Vedrai che te ne pentirai...».
«Forse hanno ragione», pensavo io, «Vox Populi, Vox Dei!».
Il "grado" che coprivo dà diritto a rimanere nell’Esercito. La posizione era fatta, vita allegra, soldi pochi, ma sufficienti, spensieratezza e allegria... infinita! Che mi mancava? Forse ero pazzo davvero, a vestirmi di nero?
Giunto a casa, il 19 Aprile, senz’altro dissi: «Io voglio farmi Missionario, parto domani!». Capivo che, se fossi stato a ragionare senza dare un taglio netto alle mie riflessioni, non sarei riuscito a decidermi!
«Ma aspetta almeno che ti confezioni la biancheria, non hai nemmeno un paio di calzoni!». «No, no, io vado domani, non importa se entrerò all’Istituto vestito da Militare!».
Povera la mia vecchia Zia! Altri tre miei Fratelli, sciolti dal Servizio Militare, s’erano subito accasati, lontani da casa.
Rimanevo io! E i miei famigliari avevano riposto in me l’ultima loro speranza, al punto che avevano già comperato il mobilio per la mia futura casa.
Con un "fardello" contenente due camicie e un paio di mutande, salii sul "Tram" Numero 15 che portava in "Via Monterosa 81", all’
"Istituto delle Missioni Estere" di Milano. Sentivo un nodo alla gola. Mi nascosi sulla piattaforma posteriore del "Tram" e... piansi! Ma chi mai mi spingeva sì forte? Forse non avevo riflettuto bene. Forse sbagliavo! Forse, chissà... E con quel "subbuglio" in cuore, mi presentai al Superiore Generale, che mi accolse con un sorriso buono, ampio, dolce; era l’olio sulla ferita. Mi fece accomodare, mi fissò in viso con due occhi penetranti, mi batté la mano sulla spalla e, dopo un istante di silenzio d’ambo le parti, mi abbracciò, e con un bacio, che ancora oggi mi par di sentire: «Coraggio, giovanotto – mi disse – , tu mi sembri un "galantuomo"! Sarai Missionario!». Come mi conosceva? Come lo poteva dire?
Quando ero al "Collegio Villoresi" di Monza, se si sapeva che qualcuno dei Compagni intendeva farsi Prete, veniva deriso e canzonato da tutti... Io Prete non mi sarei fatto mai!

( Da: "Mamma della Foresta", 1958 )