"Carità" attenta, "Fede" pratica...
La
"Fede" e l’"ottimismo" di Padre Vismara,
nel "ricordo" di alcuni "Confratelli",
che lo hanno conosciuto in Birmania.
Isabella
Mastroleo
("Missionari
del Pime", Giugno-Luglio 2011)
«Quando lo vedevo io, aveva
sempre uno spirito allegro... Ho visto la zona in cui fu mandato, Monglin,
e debbo dire che solo una grande Fede poté sostenerlo nell’accettare e
perseverare in quella vita, mantenendo quel suo spirito sereno che sempre mi ha
colpito!». È il ricordo di Vismara che più affettuosamente serba Padre
Giovanni Zimbaldi,
Missionario del "Pime"
in Birmania
dal 1957 al 1966. I due non lavoravano di fatto insieme, perché destinati in
Distretti lontani, ma si incontravano, con gli altri Confratelli, una o due
volte l’anno. Una di quelle volte, ricorda ancora Padre Zimbaldi, si trovava
con lui mentre sfogliava la corrispondenza. Aprendo una busta che arrivava dall’America,
vi trovò cento Dollari. Senza esitare, Vismara li porse al suo giovane
Confratello, dicendo: «Li vuoi? Toh, prendili!». La sera stessa, però, gli si
avvicinò e gli disse: «Guarda che quei cento Dollari non te li ho dati ad
occhi chiusi! Avevo già chiesto di te al tuo Parroco, e so che fai bene. Per
questo te li ho dati!».
Passano gli anni, Padre Giovanni è costretto a lasciare il Paese, ed inizia la
sua nuova Missione in Thailandia,
ma resta in corrispondenza con Padre
Vismara. «Gli
scrissi per salutarlo – ricorda – , e lui mi chiese di descrivergli il mio
lavoro, per vedere se poteva fare qualcosa per aiutarmi! L’occasione si
presentò un anno dopo quando, avendo acquistato un terreno, fui in condizioni
di costruire il Centro Missionario. Mi mandò subito mille Dollari. Dopo quasi
un anno, mi scrisse ancora di sua iniziativa: "Tu sei lì senza una Chiesa,
e per un Missionario
è come mangiare la minestra senza sale! Per aiutarti, ti mando altri duemila
Dollari, e un milione da parte di un Padre Italiano... E poi, arrangiati! Ma se
ti dovessi trovare in cattive acque, non ti lascerò affogare!"». La sua
era una carità che rimaneva attenta!
Padre
Angelo Campagnoli,
in Birmania dal 1962 al 1966, ebbe l’occasione di incontrare spesso Padre
Clemente, perché aveva l’incarico di portare i rifornimenti ai Missionari nei
vari Distretti. «Di lui mi colpivano la giovialità e la semplicità! Sapeva
che molti, spinti dalla povertà, lo imbrogliavano, ma diceva: "Sono
contento di farmi imbrogliare, perché è gente che non ha nessun altro che li
aiuti... Sono i miei figli! Anche se sono disgraziati, sono sempre i miei
figli!"». Padre Vismara, nel ricordo di Padre Campagnoli, era un uomo
sempre al servizio della gente, il Missionario che si fa carico di tutto quello
che serve per dare vita e speranza alle Popolazioni più provate dalla povertà.
«La sua fama di Santità è certo molto diffusa in Birmania: quando visitai
quella Regione, nel Febbraio 1993, ne rimasi colpito! Padre Vismara, presso
questa Popolazione, è ancora vivo. La loro convinzione è che, come ha saputo
aiutare tutti da vivo, lo fa anche adesso. Sulla sua Tomba, a Mongping,
dicono: "Noi non preghiamo per lui, ma andiamo a chiedergli di pregare per
noi!"».
La Fede, la Preghiera e l’ottimismo di Padre Vismara sono tra i principali
ricordi anche di un altro Confratello, Missionario in Birmania dal 1957 al
fatidico 1966, Padre
Mario Meda: «La
prima Visita di un Superiore del "Pime" a Padre Vismara fu quando
aveva cinquant’anni! Lo stesso Vismara mi raccontò che si era finalmente
Confessato, riconoscendosi vittima di fatiche e tentazioni. Ma dal Visitatore
non ricevette altro conforto, che quello di sentirsi dire che da vecchio... ne
avrebbe avute di più!». Padre Meda dirigeva l’Orfanotrofio di Kengtung,
al quale Vismara indirizzava molti dei suoi ragazzi. «Ci teneva – racconta il
Missionario – che quei ragazzi fossero da me preparati nella vita di Preghiera
e nell’Animazione Liturgica, perché fossero un giorno anche di aiuto per la Missione!».