Lettera del Superiore Generale
A tutti i missionari del PIME
Loro Sedi
BEATIFICAZIONE DI P. CLEMENTE VISMARA
Carissimi,
Domenica 26 Giugno 2011 ho partecipato alla Liturgia della Beatificazione del nostro P. Clemente Vismara, a Milano, e Lunedì sera all’Eucaristia di Ringraziamento ad Agrate Brianza! Prima di partire per Hong Kong per una visita ai nostri confratelli, mi permetto di inviarvi alcune righe per condividere con voi i sentimenti che mi sono nati dentro durante questa stupenda celebrazione.
Sarebbe ingiusto, infatti, se questo momento di Grazia passasse come un momento qualsiasi, un avvenimento, fra i tanti!
Voglio dire il mio e nostro Grazie al Signore, prima di tutto, per il dono di questo nuovo Beato. Si tratta di un dono del tutto gratuito, quasi inatteso, uscito quasi improvvisamente da un momento in cui ogni spiraglio sembrava ormai chiuso. Un dono per la Chiesa di Milano, per Agrate, paese natale, e per tutti noi del PIME.
Voglio dire il mio Grazie a coloro che hanno collaborato per far emergere la bellezza di questo confratello, la "Beatitudine" di P. Clemente: fra le tante persone cito solo Mons. Ennio Apeciti dell’Arcidiocesi di Milano, P. Gheddo ed il gruppo missionario di Agrate.
Un Grazie particolare anche alla Chiesa del Myanmar, che ancora conserva lo stupore e la meraviglia di un annuncio che cambia la vita.
Ma, oltre al doveroso "Grazie", permettetemi alcune semplici considerazioni...
La prima... Un confratello di missione ha detto: "Se fanno Beato Vismara, devono fare Beati anche tutti noi!". Forse, fra quelli che lo hanno conosciuto e hanno condiviso la stessa missione, questa Beatificazione potrebbe suscitare sorpresa. Noi siamo sorpresi dal fatto che P. Clemente è stato "straordinario nell’ordinario". Ha vissuto la vita di sempre con lo stesso spirito di fede, lo stesso ottimismo e con lo stesso entusiasmo della prima volta.
Diceva P. Clemente: "A me basta amarli come li ama Dio... Amare senza pretendere di essere amato, donare senza aspettarsi riconoscenza!". Come vivere questo ideale pur in mezzo a situazioni di grande sofferenza e di estrema povertà? Con molta semplicità P. Clemente scrive, in una lettera, dove trova la forza per restare fedele e ottimista: "Soprattutto pregavo molto, perché capivo che solo con l’aiuto di Dio avrei potuto sopravvivere in quella desolazione e isolamento assoluto!".
Il Card. Tettamanzi nella sua Omelia ha sottolineato la "grandezza della piccolezza evangelica". Forse è vero allora che anche noi potremmo diventare "Beati", se conserviamo vivo dentro di noi almeno il desiderio di guardare costantemente al cielo, di lavorare per qualcosa di più grande, di far dei sacrifici per far contenti gli altri... in modo semplice! Possiamo dunque anche noi essere "Beati", a patto di desiderare veramente la "Beatitudine" della piccolezza evangelica.
Una seconda considerazione... Qualcuno potrebbe fare emergere che P. Vismara è stato solo un buon "Brianzolo", efficace ed efficiente, come un vero "Pimino": cercare mezzi per far opere e far del bene! Da solo, isolato da tutti gli altri. È una nota che rischia di emergere soprattutto per giustificare se stessi, quasi a trovare delle scusanti al modo con cui a volte alcuni di noi si trovano a vivere. Ma dobbiamo pure dire che P. Clemente era figlio dei suoi tempi, tempi di fatica, di sacrifici, di estrema povertà... Dobbiamo dire che nella sua lunga vita è rientrato solo una volta in Italia, segno di una totale disponibilità al Signore ed alla Sua Provvidenza. Allora non esistevano certo organismi che finanziavano progetti, "Caritas"... e così via! Anche i rapporti fra le Chiese, i Cristiani, i paesi d’origine, ed i Missionari in giro per il mondo erano molto diversi.
Va notata la sua grande disponibilità ed obbedienza, quando il Vescovo gli propone di cambiare missione. P. Clemente era a Monglin da 31 anni e il Vescovo gli chiede di trasferirsi a Monping, 225 Km. distante, dove c’era ancora tutto da fare. Dice al Vescovo: "Non ti chiedo nemmeno perché mi sposti, tu sei il Vescovo e io obbedisco! Vuoi che venga via subito, o mi dai qualche giorno per prepararmi?". Più tardi, annoterà: "Ho obbedito perché sono convinto che, se faccio di testa mia, sicuramente sbaglio... Si tratta di ricominciare da capo! La cosa più faticosa è la freddezza della gente... Credete che io abbia a perdere le staffe? Mai! Sarà come Dio vuole! Fiorisci dove Dio ti ha piantato!".
Sono convinto che P. Clemente avrebbe vissuto, con lo stesso zelo, anche l’accoglienza di un confratello, del PIME, Birmano; e avrebbe condiviso le proprie cose, i suoi averi, i suoi quattro soldi... come ha fatto con i suoi ragazzi e come ha fatto con i Preti locali! La vita "insieme" ai suoi confratelli, d’altra parte, è più volte stata interrotta solo dalla malattia o dalle necessità del Vescovo.
Certo, molto della "Beatitudine" di P. Clemente è frutto dei suoi scritti, del modo semplice e genuino di comunicare, scrivendo della propria vita, delle proprie esperienze, della propria fede. Mi pare che anche in questo ci sia di esempio e di stimolo, nel voler comunicare quel Dio che compie grandi cose nella nostra vita; nel cercare di vedere la nostra stessa vita, i fatti che ci capitano, con gli occhi di Dio. P. Clemente era un Prete, un Missionario, entusiasta della sua vocazione. Scriveva e descriveva la sua vita, evidentemente con un dono particolare quasi da scrittore e poeta, ma certamente raccontava un mondo letto ed interpretato alla luce della sua fede, che "rende gioiosa la vita perché ci aiuta a confidare nel Signore"!
Alla vigilia del "Consiglio Plenario", il Beato Clemente ci offre una ennesima conferma che Dio ci ama e dona al nostro Istituto la possibilità di essere uno strumento di "Santificazione". La missione, oggi come un tempo, può davvero essere il luogo della nostra adesione a Cristo e del nostro cammino verso la Santità!
Il Beato Clemente Vismara interceda per tutti noi e ottenga nuove vocazioni missionarie. Facciamo nostra la Preghiera che è stata detta alla Veglia, in preparazione alla Beatificazione di P. Clemente: "O Signore, ricco di compassione e di Grazia, trasmetti anche a noi lo spirito che hai donato a Padre Clemente e, nelle prove di ogni giorno, donaci la serenità del cuore e la gioia che nascono dall’abbandono alla tua volontà!".
Cordialmente nel Signore!