Clemente da Kengtung,
il "Beato" dei due "Mondi"!
Padre Vismara è
un "ponte" tra la "Chiesa Italiana" e quella
"Birmana",
dove lo "Spirito" si muove in entrambe le "direzioni".
GEROLAMO
FAZZINI
("Mondo
e Missione", Giugno-Luglio 2011)
La "Beatificazione"
di Padre Clemente Vismara è
senza dubbio un’opportunità preziosa per avvicinare la figura, gli Scritti e
l’eredità vivente di un Missionario
per molti aspetti «normale» e tuttavia fuori dal comune. Come – a ben vedere
– lo è ciascun "Santo", nella millenaria Storia della Chiesa!
Le pagine dello "Speciale"
ne danno prova! Perché Padre Vismara, nella sua semplicità, è un personaggio
che, una volta evaporato l’alone Romanzesco dell’«Indiana Jones» della
Missione o la retorica del «Nonnino buono», colpisce per la sua straordinaria
attualità e freschezza, nonostante il Mondo e la
Missione
siano così
profondamente cambiati dai suoi tempi.
Ma questa "Beatificazione" è anche un’occasione importante per
riscoprire un autentico spirito di cooperazione tra Chiese, in chiave
genuinamente Missionaria. Vale in primo luogo per la "Chiesa
Ambrosiana", che ha generato alla Fede Clemente, l’ha accolto nel suo
"Seminario Minore", l’ha visto ordinato Prete in Duomo. Vale per l’intera
"Chiesa Italiana", che ai numerosi Missionari e Missionarie Martiri
(anche recenti) ora aggiunge un altro nome: quello di Clemente Vismara, il quale
non ha versato il "sangue" morendo in conseguenza di un atto di
violenza, ma l’ha donato giorno per giorno, nel segno di una fedeltà
"feriale" non meno ammirevole!
La Storia di Padre Clemente va letta dentro la più ampia Storia dell’Evangelizzazione
di un Popolo, quello Birmano, che ha visto il "Pime" giocare un ruolo
importante per oltre "140 anni", fino alla morte, pochi anni fa, dell’ultimo
Missionario, Padre Paolo Noè,
sopravvissuto nel 1966 all’Espulsione di quanti erano entrati nel Paese dopo l’Indipendenza
(1948). Una Storia che non si è ancora conclusa!
In questi anni la "Chiesa Birmana" (quasi costretta anche dal contesto
Politico) ha preso in mano la sua situazione! E lo ha fatto maturando un suo
protagonismo, ben esemplificato da una frase di Vismara a Mons.
Abraham Than, il Vescovo Emerito di
Kengtung:
«Tu sei Birmano, io sono Italiano; tu sei il frutto delle Conversioni, io sono
venuto a Convertire; ma tu sei il mio Vescovo, e io ti ubbidisco!». Con la fine
delle generazioni dei Missionari "eroici", che hanno contribuito ad
impiantare la Chiesa in quello che oggi è il Myanmar,
è iniziata una nuova stagione. Che vede, appunto, la "Chiesa Birmana"
crescere nella Fede, acquisire vivacità e dinamismo Missionario! Al punto che,
già da alcuni anni, un gruppetto di giovani Birmani sono diventati Missionari
nel "Pime", e nei prossimi mesi «Little Way of S.ta Theresa» (l’Istituto
Missionario "Ad Gentes" locale) manderà i suoi primi Preti in Cambogia.
Salutiamo tutto questo come un bellissimo segno di apertura Missionaria, così
come riconosciamo lo splendido lavoro svolto da anni dalla Parrocchia di Agrate
Brianza ed, in particolare, dal "Gruppo Missionario"! Un
lavoro che, lungi dal promuovere Padre Clemente secondo gli angusti schemi
"campanilistici" della «gloria locale», è servito a far conoscere
in forma assai più ampia e capillare il "Beato" come un tesoro
prezioso per tutta la Chiesa...
Padre Clemente Vismara, in una parola, oggi più che mai è un ponte fra la
"Chiesa Italiana" e quella "Birmana": su di esso lo Spirito
si muove in andata e ritorno! Un ponte che può permetterci di avvicinare,
nonostante le migliaia di chilometri che ci separano, anche un Paese ed un
Popolo che hanno molto bisogno di Solidarietà, per aver molto sofferto. Sta a
noi non sciupare quest’occasione che ci è data! E fare sì che il "26
Giugno" a Milano non si
chiuda una Storia, ma si apra un Capitolo nuovo!
"Figlio" di Milano, "Beato" del Myanmar...
La "Beatificazione" di
Padre Clemente Vismara è il risultato di un "cocktail" di ingredienti
speciali. C’è, all’inizio, un Missionario
che passa 65 anni in Myanmar ("ex" Birmania),
dopo aver testimoniato quella che Giorgio
Torelli ha definito «una Milizia clamorosa»... C’è un gruppetto di
Laici di Agrate Brianza che, conosciuto il loro Concittadino in occasione dell’unico
rientro in Italia (1957), annodano con lui un rapporto strettissimo, reso ancor
più solido nel tempo da migliaia di "Lettere". Con tenacia tutta
"Brianzola", gli "Agratesi" intraprendono un’avventura
ardua come un "Processo di Beatificazione", contagiati dalla passione
Missionaria del "loro" Clemente!
C’è, infine, la "Chiesa Birmana": una Chiesa povera, ma ricca di
Fede al punto da intuire subito che quel Missionario "che sorrideva
sempre", era diventato nel tempo uno di loro. Uno che, un giorno, avrebbe
potuto vegliare dal Cielo sul suo cammino. Non è un caso che il Vescovo di
Kengtung, alla morte di Padre Clemente, abbia intuito di trovarsi davanti a un
"Santo", premurandosi di tagliare qualche pelo di quella barba così
famigliare, a mo’ di "Reliquia"!
Se oggi, a soli 23 anni dalla morte, ci troviamo a pregare Padre Clemente
Vismara, da Agrate, "Beato" della "Chiesa Universale" è
perché questo "cocktail" è riuscito! Merito anche (soprattutto?) di Padre
Piero Gheddo! Il quale, prima come Direttore di
"Mondo
e Missione", e poi come Responsabile dell’"Ufficio
Storico" del "Pime", è riuscito a far conoscere ed apprezzare in
Italia e non solo, fors’anche in virtù di una consanguineità
"Professionale", figura e Scritti del
"Missionario-Giornalista" Clemente Vismara. Facendo sì che, nel giro
di poco tempo, la Diocesi di Milano s’accorgesse di avere un "Santo"
in casa e si adoperasse di conseguenza!
Se oggi festeggiamo "Beato" il «Patriarca della Birmania», per la
"Chiesa Ambrosiana" che l’ha generato alla Fede ciò costituisce un
privilegio, ma anche una responsabilità!