Diventa "Beato" P. Clemente
Vismara,
"Patriarca della Birmania"!
La
"Cerimonia" avverrà il 26 Giugno prossimo.
Il nuovo "Beato", "Missionario" del "Pime",
ha vissuto, per 64 anni,
nelle "foreste" e nelle "montagne" della zona di Kengtung,
accogliendo "orfani", "lebbrosi", "vedove",
introducendo nuove "colture agricole" e "tecniche di
sviluppo",
facendo nascere la "Chiesa" fra i "non Cristiani".
Un uomo di "Fede" profonda, ed un grande "scrittore".
"Era straordinario nell’ordinario!".
P.
PIERO GHEDDO, "PIME"
("AsiaNews",
10/5/’11)
Domenica 26 Giugno in
"Piazza Duomo"
a Milano
(ore 9.30-12.00) verrà "Beatificato"
Padre
Clemente Vismara
(1897-1988), che nel 1983, quando compiva i sessant’anni di Missione,
la "Conferenza Episcopale" proclamò "Patriarca
della Birmania".
Nato ad Agrate
Brianza nel 1897,
partecipa come Fante di trincea alla Prima Guerra Mondiale, alla fine della
quale è Sergente Maggiore con tre Medaglie al valor Militare. Capisce che
"la vita ha valore solo se la si dona agli altri" (come scriveva),
diventa Sacerdote e Missionario
del "Pime"
nel 1923 e parte per la Birmania.
Giunto a Toungoo, l’ultima Città col Governatore Inglese, si ferma sei mesi
in Casa del Vescovo per imparare l’Inglese, poi è destinato a Kengtung,
territorio forestale, montuoso, quasi inesplorato e abitato da Tribali, ancora
sotto il dominio di un Re locale ("Saboà"), patrocinato dagli
Inglesi. In 14 giorni a cavallo arriva a Kengtung, tre mesi di sosta per
imparare qualcosa delle Lingue locali, e poi il Superiore della Missione in sei
giorni a cavallo lo porta a Monglin, la sua ultima destinazione, ai confini tra Laos,
Cina
e Thailandia.
Era l’Ottobre 1924, e in 32 anni (con la Seconda Guerra Mondiale in
mezzo, prigioniero dei Giapponesi),
Clemente Vismara fonda dal nulla tre Parrocchie: Monglin, Mong Phyak e Kenglap.
Scriveva ad Agrate: "Qui sono a 120 chilometri da Kengtung,
se voglio vedere un altro Cristiano debbo guardarmi allo specchio!". Vive
con tre orfani in un capannone di fango e paglia. Il suo Apostolato è di girare
i Villaggi dei Tribali a cavallo, piantare la sua tenda e farsi conoscere; porta
medicine, strappa i denti che fanno male, si adatta a vivere con loro, al clima,
ai pericoli, al cibo, riso e salsa piccante: la carne se la procurava con
battute di caccia... Fin dall’inizio, porta a Monglin orfani e bambini
abbandonati, per educarli. In seguito fonda un Orfanotrofio, e viveva con
200-250 orfani ed orfane. Oggi è invocato "Protettore dei Bambini", e
fa molte Grazie che riguardano i piccoli e le famiglie!
Una vita poverissima, e Clemente scriveva: "Qui è peggio che quando ero in
trincea sull’Adamello e il Monte Maio, ma questa guerra l’ho voluta io, e
debbo combatterla fino in fondo, con l’aiuto di Dio... Sono sempre nelle mani
di Dio!". A poco a poco nasce una Cristianità; vengono le Suore di
"Maria Bambina" ad aiutarlo, fonda Scuole e Cappelle, officine e
risaie, canali d’irrigazione, insegna la falegnameria e la meccanica,
costruisce case in muratura e porta nuove coltivazioni: il frumento, il
granoturco, il baco da seta, la verdura (carote, cipolle, insalata – "Il
Padre mangia l’erba!", diceva la gente). Soprattutto, il
"Beato" Clemente ha fondato la Chiesa in un angolo di Mondo dove non
ci sono turisti, ma solo contrabbandieri d’oppio, stregoni e guerriglieri di
varia estrazione; ha portato la pace e stabilizzato sul territorio le Tribù
nomadi che, attraverso la Scuola e l’Assistenza Sanitaria, si sono elevate, ed
oggi hanno medici e infermiere, artigiani e insegnanti, Preti e Suore, Autorità
Civili e Vescovi... Non pochi si chiamano Clemente e Clementina!
Nel 1956, quando aveva fondato la "cittadella" Cristiana di Monglin e convertito
una cinquantina di Villaggi alla Fede in Cristo, il Vescovo lo sposta a
Mongping, a 250 chilometri da Monglin, nella sterminata Diocesi di Kengtung,
dove deve cominciare da zero. Clemente scrive ad un suo fratello:
"Obbedisco al Vescovo, perché capisco che se faccio di testa mia
sbaglio!". A sessant’anni incomincia una nuova Missione, ed anche qui
fonda la "cittadella" Cristiana e Parrocchia di Mongping, una seconda Parrocchia a
Tongtà e lascia altri cinquanta Villaggi Cattolici. Muore il 15 Giugno 1988, a
Mongping, ed è sepolto vicino alla Chiesa e alla Grotta di Lourdes da lui
costruite. Sulla sua Tomba, visitata anche da molti non Cristiani, non mancano
mai i fiori freschi e i lumini accesi. Ora, 23 anni dopo, il 26 Giugno
2011, Padre Clemente Vismara è proclamato "Beato" della Chiesa
Universale, ed è il primo "Beato" della Birmania. Una "Causa di
Beatificazione" rapidissima, considerando i tempi lunghi di questi
"Processi" Romani.
Perché Padre Clemente Vismara diventa "Beato"? In vita non ha fatto
Miracoli, non ha avuto visioni o rivelazioni, non era un Mistico e nemmeno un
Teologo, non ha compiuto grandi opere, né è emerso per qualità o carismi
straordinari. Era un Missionario come tutti gli altri, tant’è vero che quando
nel "Pime" si discuteva di iniziare la sua "Causa di
Beatificazione",
qualche suo Confratello della Birmania diceva: "Se fate ‘Beato’ lui,
dovete fare ‘Beati’ anche tutti noi, che abbiamo fatto la sua stessa
vita!". Nel 1993 sono andato a Kengtung, con due Missionari che erano stati
con Clemente in Birmania, e abbiamo chiesto al Vescovo, Mons.
Abraham Than:
"Perchè vuol fare ‘Beato’ Padre Clemente?". Ha risposto:
"Abbiamo avuto tanti Santi Missionari del "Pime" che hanno
fondato la Diocesi, compreso il primo Vescovo, Mons.
Erminio Bonetta,
ancora ricordato come un modello di carità Evangelica, ed altri il cui ricordo
è vivo... Ma per nessuno di essi si sono verificati questa Devozione e questo
movimento di Popolo per dichiararli Santi, come per Padre Vismara! In questo io
vedo un segno di Dio per iniziare il Processo Informativo Diocesano!".
Diceva un suo Confratello: "Vismara era straordinario
nell'ordinario!". Ad ottant’anni aveva lo stesso entusiasmo per la sua
Vocazione di Prete e Missionario, sereno e gioioso, generoso con tutti,
fiducioso nella Provvidenza: un uomo di Dio, pur nelle tragiche situazioni in cui
è vissuto. Aveva una visione avventurosa e poetica della Vocazione Missionaria,
che l'ha reso un personaggio affascinante attraverso i suoi Scritti, forse il
Missionario Italiano più conosciuto del "Novecento"...
La sua fiducia nella Provvidenza era proverbiale! Non faceva bilanci, né
preventivi, non contava mai i soldi che aveva. In un Paese in cui la maggioranza
della gente in alcuni mesi dell’anno soffre la fame, Clemente dava da mangiare
a tutti, non rimandava mai nessuno a mani vuote. I Confratelli del
"Pime" e le Suore di "Maria Bambina" lo rimproveravano
di prendere troppi bambini, vecchi, lebbrosi, "handicappati", vedove,
"squilibrati"... Clemente diceva sempre: "Oggi abbiamo mangiato
tutti, domani il Signore provvederà!". Si fidava della Provvidenza,
ma scriveva ai benefattori di mezzo Mondo per avere aiuti e collaborava con
Articoli a varie Riviste. Le sue serate le spendeva scrivendo al lume di candela
Lettere e Articoli (ho raccolto più di 2.000 Lettere e 600 Articoli). Bisogna
aggiungere che gli Scritti di Padre Vismara, poetici, avventurosi, infiammati di
amore per i più poveri, hanno suscitato numerose Vocazioni Sacerdotali,
Missionarie e Religiose, non solo in Italia.
Clemente rappresenta bene le virtù dei Missionari e i valori da tramandare alle
generazioni future! Nell’ultimo mezzo secolo la Missione alle Genti è
cambiata radicalmente, sempre però continuando ad essere quello che Gesù
vuole: "Andate in tutto il mondo, annunziate il Vangelo a tutte le
creature!". Ma i metodi nuovi (responsabilità della Chiesa locale,
"inculturazione", dialogo "inter-religioso", eccetera)
debbono essere vissuti nello spirito e nella continuità della Tradizione
Ecclesiale, che risale addirittura agli Apostoli.
Clemente è uno degli ultimi anelli di questa gloriosa Tradizione Apostolica.
Era innamorato di Gesù (pregava molto!) e del suo Popolo, specie dei piccoli e
degli ultimi, e scriveva: "Questi orfani non sono miei, ma di Dio e Dio non
lascia mai mancare il necessario!". Viveva alla lettera quanto dice Gesù
nel Vangelo: "Non preoccupatevi troppo dicendo: ‘Che cosa mangeremo? Che
cosa berremo? Come ci vestiremo?’. Sono quelli che non conoscono Dio che si
preoccupano di tutte queste cose... Voi invece cercate il Regno di Dio e fate la
sua volontà: tutto il resto Dio ve lo darà in più!" ("Mt 6, 31-34"). Utopia? No, in Clemente era una realtà vissuta, che gli portava
la gioia nel cuore, nonostante tutti i problemi che aveva!
L’ho visitato in Birmania nel 1983: ad 86 anni, era ancora Parroco a Mongping!
Volevo intervistarlo sulle sue avventure, e mi diceva: "Lascia perdere il
mio passato, che ho già raccontato tante volte! Parliamo del mio futuro!";
e mi parlava dei Villaggi da visitare, delle Scuole e Cappelle da costruire,
delle richieste di conversioni che gli venivano da varie parti. Come diceva un
Confratello: "È morto a 91 anni, senza mai essere invecchiato!".
Aveva conservato l’entusiasmo dei primi tempi per la sua Missione...
Padre Clemente Vismara è uno dei circa 200 Missionari del "Pime", che
dal 1867 ad oggi hanno fondato nella Birmania "Nord-Orientale" sei
delle quattordici Diocesi di Myanmar: Toungoo, Kengtung, Taunggyi, Lashio,
Loikaw e Pekong; con circa 300mila Battezzati, Vescovi, Preti e Suore
"indigeni", più di metà dei Cattolici della Birmania... Clemente è
uno dei tanti che, tutti assieme, rappresentano bene la Tradizione Missionaria e
lo spirito del "Pime", che continua ad assistere in vari modi la
Chiesa del Myanmar,
fra l’altro anche assumendo loro Vocazioni Missionarie, formandole ed
inviandole nelle Comunità dell’Istituto, in tutti i Continenti, per
annunziare Cristo e fondare la Chiesa
anche in altri Popoli!
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http://www.beatovismara.it Beatificazione di P. Clemente Vismara, Missionario in Birmania |
http://digilander.libero.it/padreclementevismara/index.html P. Clemente Vismara, di Agrate Brianza, Missionario in Birmania |