"Disabili" in primo piano...
"Il povero è ucciso quotidianamente!".
Così, secoli fa, scriveva Sant’Ambrogio, il grande "Vescovo" di
Milano.
"Parole" ancora valide nel "terzo millennio".
Vi è poi una "categoria", tra i "poveri", che soffre di
più:
quella dei "disabili".
A loro, i "Missionari" del "Pime" dedicano molte
"attività",
nelle diverse parti del "mondo".
A cura dell’"Ufficio
Progetti"
("Missionari del Pime",
Giugno-Luglio-Agosto 2010)
A Mouda in "Nord
Camerun", dove spesso la "disabilità" è ancora
considerata una "maledizione divina", Padre
Danilo Fenaroli ha cercato, con la
"Fondazione
Bethléem", di proporre una soluzione ai problemi di
"isolamento" ed "abbandono" di adulti e bambini
"disabili". La "Fondazione", nata nel 1997, si distingue in
particolare per la sua capacità di accogliere e curare con competenza i piccoli
"disabili" abbandonati e di coinvolgere la popolazione mediante
"corsi" di "formazione professionale".
In Cina, Padre Fernando Cagnin
e Padre Mario Marazzi
collaborano con "Huiling",
un’"Organizzazione non a scopo di Lucro" che opera a favore di
persone portatrici di "disabilità mentale". Fondata da un gruppo di
"Cinesi" nel 1990 a Guangzhou
(Canton), nella Cina
del "Sud", "Huiling" assiste circa duecento "disabili
mentali", distribuiti in cinque "Centri" e in varie
"Case-Famiglia". Ha inoltre avviato una "scuola materna
integrativa", dove bambini "normali" e altri con "ritardo
mentale" vivono ed imparano insieme nello stesso ambiente a beneficio di
entrambi. Sebbene questo metodo educativo sia comune nei "Paesi
Occidentali", la "scuola materna integrativa" di Huiling è unica
nel suo genere in Cina.
Tra le altre iniziative, vi è poi un "laboratorio protetto",
frequentato da giovani con "ritardo mentale" lieve, che imparano ad
usare la macchina per cucire, "assemblare" pezzi,
"imballare", fare lavori di pulizia, cucinare, eccetera. Con l’aiuto
di "operatori", i ragazzi sono anche in grado di produrre oggetti
(collane, braccialetti, ciondoli, eccetera) per il "mercato locale" e
per il "Commercio Equo e Solidale" all’estero.
Padre Francesco Rapacioli,
"Medico" e "Missionario" a Rajshahi,
in Bangladesh, dirige
il "Shanti Niketon Kendro", un "Centro di
Riabilitazione" per "minori disabili", avviato qualche anno fa da
Suor Gertrude Costa, della "Congregazione" di
"Shanti
Rani". Gli obiettivi specifici del "Centro" sono la
"riabilitazione", la riconquista parziale delle funzioni
"fisiche" e l’integrazione dei bambini "disabili" nella
"Comunità Parrocchiale" e "Sociale". Il "Centro"
si propone di raggiungere questi obiettivi, offrendo sedute di
"fisioterapia" e dando la possibilità ai bambini di frequentare la
"scuola"; quelli particolarmente meritevoli, vengono aiutati a
proseguire gli studi. I bambini, dopo un periodo di "riabilitazione" e
dopo aver finito di studiare, ritornano a casa.
A Mae Suay, nel
"Nord" della Thailandia,
Padre Maurizio Arioldi e
Padre
Raffaele Pavesi hanno accolto circa quaranta bambini con
"disabilità" di vario tipo. Le famiglie chiedevano un aiuto per
prendersi cura del proprio figlio in casa, non volendo sbarazzarsene
internandolo in "strutture statali". Per una famiglia
"tribale" sui monti, accudire un figlio "disabile" è molto
impegnativo per le condizioni "igienico-sanitarie", per le difficoltà
di "comunicazione" (assenza di strade, di "infrastrutture"
ed "Ospedale" distante almeno 30-40 km. dal villaggio), per il fatto
che c’è una bocca in più da sfamare ed un adulto in meno che lavora (chi
accudisce il bambino e non può, infatti, recarsi nei "campi"),
perché sarà quasi impossibile per il bambino "disabile" andare a
"scuola" se non lo si inserisce in "strutture" di
"sostegno".
Così alcuni anni fa è nato il "Progetto", "Spirito datore di
vita", per aiutare i bambini "disabili" e le loro famiglie. Il
"Padre Missionario", visitando i villaggi, individua i bambini
"disabili" e li segnala ai "responsabili" del
"Progetto"; chiede, inoltre, ai genitori di portare i bambini al
"Centro" di Mae Suay per la "fisioterapia", i
"controlli medici" e un’introduzione alla
"scolarizzazione". I genitori collaborano imparando piccole tecniche
di "fisioterapia" per continuare la "riabilitazione" a casa,
pregano insieme, si fanno coraggio e sono assistiti "psicologicamente"
per accettare la situazione del loro figlio con "fede" e
"speranza". A Mae Suay, infatti, è stato allestito un piccolo
"Centro Fisioterapico" dotato di "apparecchiature" per la
"fisioterapia" e un’aula di "scuola", con materiale e
strumenti "didattici" particolari, per insegnare ai bambini
"disabili".