Padre Clemente a Valmadrera!
Il "Beato" Clemente Vismara, nel "ricordo" di un
"Confratello",
che lo incontrò a Valmadrera,
durante il suo unico "rientro" in Italia, dalla "Missione"
in Birmania.
P.
ANGELO RUSCONI
("Missionari del Pime", Gennaio-Febbraio
2012)
Luglio 1957! Ricordo benissimo, ora con stupore, quell’incontro con
Padre
Clemente Vismara all’"Oratorio Maschile" della mia
Parrocchia, davanti alla Grotta della Madonna, una conversazione poi nel
"Bar", come vecchi amici. Partito per la Birmania
nel 1923, ritornava in Italia per la
prima volta (e sarà l’unica) con un programma di lavoro, oggi si direbbe di
Animazione Missionaria, più che di riposo. Nell’agenda era prioritaria
la visita ai parenti dei suoi Confratelli. A Valmadrera abbracciava
la mamma di Padre Valentino Rusconi, con lui da dieci anni.
Padre Valentino gli parlava spesso dell’"Oratorio", dove Don
Antonio Redaelli, e poi
Don Giacomo Cossa, giocavano tutta la loro
passione educatrice per renderlo terreno fertile di Vocazioni e di impegno nel
sociale. Lo vide pieno di ragazzi, in un giorno feriale d’estate, sentì
parlare di numerose Vocazioni Maschili e Femminili, ne restò entusiasta!
In fondo offrire una vita buona, formare le nuove generazioni, suscitare
Vocazioni, era la sua passione, il suo carisma. La sorpresa fu grande,
trovandosi con tre Missionari del
"Pime"
– Padre Severino Crimella,
Padre Camillo Villa, il
"sottoscritto" – e Padre Lodovico Crimella della
"Consolata", come dalla "fotografia" qui sopra!
Amava ripetere: "Non omnis moriar!" («Non morirò del tutto!»).
Eccolo, allora, sempre circondato da orfani ed orfane. Tanti nei primi 25 anni,
tantissimi al rientro dall’Italia. «La vita ha valore solo se la si dona agli
altri!», scriverà. «Più tanti saremo e più saremo allegri!». «Mi viene un
po’ di malinconia a non sentire il vociare di ragazzi!». A pochi mesi dalla
morte, il 15 Giugno 1988, all’età di 91 anni – di cui 65 anni passati ai
confini tra Laos,
Cina
e Thailandia, nel
tristemente noto "triangolo dell’oppio" – scrive: «Gli scolari,
miei orfanelli, che mando a Scuola sono oltre 200! Naturalmente, tutte le
mattine passano davanti alla mia casa per andare a Scuola, e mi salutano
chiamandomi per nome!». Cosa sarà di loro, gli veniva chiesto. «Questi
orfanelli non sono miei, ma di Dio, e Dio non lascia mancare loro il
necessario!». Ne fece continua esperienza. «A me basta amarli come Dio li
ama... Amare senza pretendere di essere amato, donare senza aspettare
riconoscenza... Sarà come Dio vuole!».
Un dolcissimo "aneddoto"...
Nei giorni della "Beatificazione"
di Padre Clemente, mi trovavo a Taunggyi,
nel Seminario "Pre-Teologico" Nazionale di Myanmar:
57 giovani vi si preparano al Sacerdozio. La Liturgia ci faceva leggere pagine
di "Vangelo", dove Gesù sgrida
gli Apostoli, difende i bambini, li presenta come stile di vita. Mi è venuto
spontaneo pregare: «Caro Gesù, mi sembra che ti piaccia sgridare i tuoi
Apostoli, non ti lasci sfuggire nessuna occasione (cfr. "Mt 16,23";
"Lc 9,51-55"; "Mc 8,17-21"), soprattutto se si sentono
infastiditi per i bambini (cfr. "Mt 18,2-5"; "Mt 19,13-15").
Noi invece stiamo onorando un Apostolo di oggi, il nostro Confratello, Padre
Clemente, che ha speso tutta la vita con un amore materno per i piccoli!».
Davanti all’Orfanotrofio, aveva costruito una Grotta, con la Statua della
Madonna. Ogni giorno guardava a lei, conversando, e guardava a loro: «Spero,
cara Madre, che ti possa sentire a casa tua qui! Ci sto io e non mi lamento! In
più, è consuetudine dei miei ragazzi ogni sera, prima di andare a dormire,
cantarti una canzoncina, farti una serenata... Caro Gesù, certamente ti fa
piacere!».
Nei primi anni di Missione, scrive: «Qui sono a 120 chilometri da Kengtung, se
voglio vedere un altro Cristiano, devo guardarmi allo specchio!». C’è dell’umorismo,
certo, nelle sue parole, ma nascondono una forte emotività. Arriva a confidare
ad un amico: «Anch’io ho pianto!».
Una fede "rocciosa" lo sostiene: «Mi alzo molto presto al mattino, e
vado in cima alla montagna: quando vedo il sorgere del sole, capisco che Dio non
mi ha abbandonato!». «Mi sento piccolo, piccolo, in questa foresta di alberi
secolari, ma proprio a me Gesù ha detto: sei il sale della terra!».
«Fiorisci dove Dio ti ha piantato!». L’albero è fiorito, con pazienza ha
portato e porta frutti in abbondanza: Monglin,
MongPhyak,
Kenglap,
nomi strani, Comunità vive. Preti e Suore locali, con il suo nome, Clemente e
Clementina, ragazzi in Seminario. «Che cosa vuoi di più?».
«Patriarca della Birmania», lo dirà la "Conferenza
Episcopale Birmana", al compiersi dei suoi 60 anni di Missione.
«Lascia perdere il mio passato!», dirà lui ad un Confratello. «Parliamo del
mio futuro!».
Il futuro tuo, Padre Clemente, e dei tuoi Confratelli, quello della Chiesa
Birmana e non solo, è lì nella Cappella del Seminario di Taunggyi; sono questi
57 giovani in preghiera, mentre tu, in "Piazza
Duomo" a Milano, sei proclamato
"Beato"!
"Non omnis moriar!".