Conferenza Episcopale Italiana
Lettera
I - LE DOMANDE CHE CI UNISCONO | II - |
III - COME INCONTRARE IL DIO DI GESÙ CRISTO |
1. FELICITÀ E SOFFERENZA | 6. GESÙ | 11.
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2. AMORE E FALLIMENTI | 7. IL CRISTO | 12. L’ASCOLTO DELLA PAROLA DI DIO |
3. LAVORO E FESTA | 8. DIO PADRE, FIGLIO E SPIRITO | 13. I SACRAMENTI, LUOGO DELL’INCONTRO CON CRISTO |
4. GIUSTIZIA E PACE | 9.
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14. IL SERVIZIO |
5.
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10.
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15.
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12.
L’ASCOLTO DELLA PAROLA DI DIO
C’è
un profondo bisogno di amore in ciascuno di noi, così spesso prigionieri delle
nostre solitudini. È il bisogno di una parola di vita che vinca le nostre paure
e ci faccia sentire amati. Il profeta Amos descrive con efficacia questa
situazione: “Ecco, verranno giorni –
oracolo del Signore Dio - in cui manderò la fame nel paese; non fame di pane né
sete di acqua, ma di ascoltare le parole del Signore” (8,11). E
sant’Agostino - che quella Parola ha incontrato, fino a farne la ragione di
tutta la sua vita - così presenta la risposta del Dio vivente al nostro
bisogno: “Da quella città il Padre
nostro ci ha inviato delle lettere, ci ha fatto pervenire le Scritture, onde
accendere in noi il desiderio di tornare a casa” (Commento
ai Salmi, 64, 2-3).
Se
si arriva a comprendere - come è capitato a tanti credenti di ieri e di oggi -
che
Il
Dio che parla
Solo
Dio poteva rompere il silenzio dei cieli e irrompere nel silenzio del cuore:
solo lui poteva dirci - come nessun altro - parole d’amore. Questo è avvenuto
nella sua rivelazione, dapprima al popolo eletto, Israele, e poi in Gesù
Cristo,
Antico
e Nuovo Testamento ci narrano la storia del suo amore per noi, secondo un
cammino con cui Dio educa il suo popolo al dono dell’alleanza compiuta:
l’Antico Testamento si illumina nel Nuovo e il Nuovo è preparato
nell’Antico. Perciò, i discepoli di Gesù amano le Scritture che lui stesso
ha amato, quelle che Dio ha affidato al popolo ebraico, e che essi leggono nella
luce di lui, crocifisso e risorto. Il compimento della rivelazione, infatti, è
Gesù Cristo, il Figlio di Dio fatto uomo per noi,
Chi
vuole vivere di Gesù deve ascoltare, allora, incessantemente le divine
Scritture. È in esse che si rivela il volto dell’Amato. Ed è lo Spirito
Santo, che ha guidato il popolo eletto ispirando gli autori delle Sacre
Scritture, ad aprire il cuore dei credenti all’intelligenza di quanto è in
esse contenuto. Perciò, nessun incontro con
La casa della Parola
Nella
sua Parola è Dio stesso a raggiungere e trasformare il cuore di chi crede: “La
parola di Dio è viva, efficace e più tagliente di ogni spada a doppio taglio;
essa penetra fino al punto di divisione dell’anima e dello spirito, fino alle
giunture e alle midolla, e discerne i sentimenti e i pensieri del cuore” (Ebrei
4,12). Affidiamoci, allora, alla Parola: essa è fedele in eterno, come
il Dio che la dice e la abita. Perciò, chi accoglie con fede
Alla
Parola del Signore corrisponde veramente chi accetta di entrare in
quell’ascolto accogliente che è l’obbedienza della fede. Il Dio, che si
comunica al nostro cuore, ci chiama ad offrirgli non qualcosa di nostro, ma noi
stessi. Questo ascolto accogliente rende liberi: “Se
rimanete nella mia parola, siete davvero miei discepoli; conoscerete la verità
e la verità vi farà liberi” (Giovanni
8,31-32).
Per
renderci capaci di accogliere fedelmente
Accogliere
È
l’amore il frutto che nasce dall’ascolto della Parola: “Siate di quelli che mettono in pratica
Certo, il silenzio necessario all’ascolto non è mutismo, ma espressione di un amore che supera ogni parola. Solo l’amore apre alla conoscenza dell’Amato, come è stato per il discepolo, che ha posato il suo capo sul petto del Signore nell’ultima cena: “Poteva comprendere il senso delle parole di Gesù, soltanto colui che riposò sul petto di Gesù” (Origene, In Joannem, 1,6: PG 14,31). Anche noi dobbiamo poggiare il capo sul cuore di Cristo e ascoltare le sue parole, lasciando che esse parlino al nostro cuore e lo facciano ardere del suo amore.